lunedì 31 maggio 2010

La CRUI comincia ad accorgersi dei ricercatori


Il 27 maggio la CRUI ha approvato all'unanimità una mozione in cui si dichiarava a favore di alcuni aspetti del DDL mentre ne criticava altri.

In particolare per quanto riguarda i ricercatori chiede:

1) un piano straordinario che consenta ogni anno la promozione di un congruo numero (almeno 2000) di ricercatori a tempo indeterminato che abbiano ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato

2)pieno riconoscimento della loro funzione docente, con la loro collocazione, a domanda, previa verifica dei requisiti scientifici, nella posizione di professore aggregato.

Quindi 12.000 posti da professore associato (in 6 anni) e ruolo (e non titolo) di professore aggregato, quindi di fatto la III fascia.

Resta il nodo della copertura economica, e' inutile dire infatti che si fanno 12.000 posti da PA se le Università sono alla canna del gas e non hanno i soldi manco per sopravvivere. Pero' è gia' qualcosa.


http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=1900

lunedì 24 maggio 2010

Il drammatico impatto della manovra finanziaria sulle Università


Come se non bastasse il DDL, i tagli pregressi di Tremonti adesso pure la finanziaria!

I tagli ci sono e per tutti, ma come al solito facendo due conti quelli che ci rimettono maggiormente sono i ricercatori.

Vi invito a leggere il comunicato stampa della rete29aprile

www.rete29aprile.it

Ogni commento è superfluo.

lunedì 17 maggio 2010

Voto pieno bocciato ricercatori ancora ammezzati


Bene ora è ufficiale il Senato ha bocciato (6 voti contrari) la proposta di cambio di statuto, i ricercatori restano con mezzo voto.
L'ateneo senese oltre che per il buco di bilancio di profondità abissale, si è voluto distinguere, unico nel panorama nazionale, anche per andare al voto del Rettore con i ricercatori ammezzati.
Come mai molte Facoltà ed i relativi amplissimi Presidi hanno votato contro?
Perche il voto pieno ai ricercatori faceva e fa tanta paura?

Il dibattito è aperto


MESSAGGIO DEL RETTORE
Carissimi Colleghe e Colleghi, Collaboratrici e Collaboratori,Rappresentanti degli Studenti,


stamani si è riunito il Senato accademico per pronunciarsi sulla proposta di modifica dell'articolo 40, comma 2, dello Statuto di Ateneo, al fine di consentire ai Ricercatori di far parte a pieno titolo dell'elettorato attivo per l'elezione del Rettore, riconoscendone il voto nella proporzione 1 a 1.

Secondo quanto stabilito dallo Statuto nei giorni scorsi le Facoltà e i Dipartimenti si sono pronunciati in merito e i vari pareri sono stati oggi presentati in Senato accademico.


Non essendo stata raggiunta la maggioranza dei 2/3 dei votanti a favore della delibera, la proposta di modifica di Statuto non è stata approvata (6 hanno votato a favore, 6 contrari, 1 astenuto e 1 assente giustificato).
Il rinnovo della carica di Rettore dell'Università di Siena avverrà pertanto secondo il vigente Statuto, che prevede che i voti dei ricercatori vengano conteggiati al 50%in sede di scrutinio.


In seguito a tale decisione, il decano Professor Mario Comporti potrà indire le elezioni del Rettore per il prossimo mandato.

Il Rettore
Silvano Focardi

martedì 11 maggio 2010

Cambio di statuto: prossima bocciatura in Senato Accademico


Ormai è certo nella prossima riunione il Senato Accademico, non approverà il cambio dell’articolo 40 dello statuto, in pratica i ricercatori alle prossime elezioni conteranno 0.5.

Questo è in contrasto con quanto più volte affermato dai Senatori e con quanto gli stessi avevano già proposto di modificare (all’unanimità) nella seduta del 12 ottobre 2009. Ricordo inoltre a tutti che in nessuna Università italiana i ricercatori valgono 0.5.

E’ questione di dignità e non di mera conta dei voti. Alcune Facoltà hanno bocciato la proposta di cambio di statuto dicendo che non si possono cambiare le regole adesso, in campagna elettorale, aspettiamo dopo l’elezione del Rettore.

Perché aspettare dopo l’elezione del Rettore se il principio 1 testa 1 voto è giusto si applica subito, se è sbagliata non si applica neanche dopo l'elezione.

E poi, sono stati fatti due conti, su chi guadagna e chi ci perde?

Ecco qua:
% attuale % dopo cambio di statuto
Economia 8.1 8.0
Farmacia 3.9 4.3
Scienze Politiche 3.9 4.0
Giurisprudenza 4.5 4.7
Scienze MFN 11.6 12.3
Medicina 19.6 22.0
Lettere 16.3 16.4
Ingegneria 3.5 3.8

Le variazioni sono minime, quasi inesistenti a parte Medicina che ci guadagnava il 2.4 %, e allora? Forse non è semplicemente una questione di conta di voti?

Se all'unanimità avessero "concesso" il voto=1 ai ricercatori nessuno se ne sarebbe potuto far vanto e nessuno ne avrebbe avuti particolari vantaggi o svantaggi.

Tutto questo influenzerà le scelte dei ricercatori nella scelta del prossimo Rettore?

giovedì 6 maggio 2010

Modifica di statuto a rischio


Quello che sembrava facile alla fine diventa quasi impossibile.

Alcune Facoltà hanno richiesto il cambio dell’articolo 40 dello statuto, proponendo la modifica del peso del voto dei ricercatori (da 0.5 ad 1).

Sembra ovvio che questa manovra non ha lo scopo di favorire un candidato piuttosto che un altro, ma è semplicemente questione di dignità.

In nessun Ateneo i ricercatori valgono mezzo!
Quando veniamo contati per la didattica valiamo per intero, perché per eleggere le elezioni siamo mezzo professore?

Ricordo a tutti anche ai Senatori che:

i) il Senato Accademico, non ha ottemperato a quanto promesso e messo a verbale nella seduta del 7 Luglio 2008 nella quale si impegnava a concludere entro sei mesi una generale revisione delle modalità di costituzione degli elettorati attivi per la carica di Rettore, superando la fase attuale in cui il voto dei ricercatori in sostanza vale la metà di quello dei professori e degli studenti presenti nei Consigli di Facoltà;
ii) il Senato accademico seppur con notevole ritardo ha concluso questo iter e nella seduta del 12 ottobre 2009, ha approvato all’unanimità una revisione dello statuto in cui c’era una norma specifica che equiparava il peso del voto dei ricercatori a quello dei professori associati ed ordinari:

1. Il Rettore è eletto fra i professori ordinari di
ruolo a tempo pieno. Il suo mandato dura sei anni e non è rinnovabile.
2. Il Rettore è eletto da tutti i docenti di ruolo e fuori ruolo. 3. Partecipano altresì all’elezione del Rettore: a) i dipendenti dei ruoli amministrativo e tecnico, i cui voti individuali sono calcolati in modo che la somma dei voti equivalenti del totale degli aventi diritto sia corrispondente al 12% del numero degli aventi diritto di cui al comma 2; b) gli studenti presenti nei Consigli di Facoltà.

E’ interessante constatare che tutti i senatori all’epoca erano favorevoli, ora qualcuno ci sta ripensando.

Già il preside di Giusisprudenza ha votato contro, mentre quello di Ingegneria si è astenuto (astenuto= contrario) e due Facolta' hanno espresso parere negativo (Lettere e Economia)

martedì 4 maggio 2010

Messaggio consegnato al rettore


Al Magnifico Rettore
dell’Università degli Studi di Siena

Così come preannunciato, si è tenuta oggi l’Assemblea dei Ricercatori dell’Ateneo di Siena, riunitasi per discutere le modalità di protesta che si intendono adottare nei confronti del DDL Gelmini. Il DDL nella sua forma attuale suscita gravissime preoccupazioni e un fortissimo dissenso, perché discriminante nei confronti dei Ricercatori e perché comporta, in generale, devastanti conseguenze per l’Università italiana. Tali conseguenze, nella situazione particolarmente critica del nostro Ateneo, si tradurranno in una diminuzione drastica dell’offerta formativa e nella chiusura di molti corsi di laurea.

Una larghissima parte dei Ricercatori degli Atenei italiani ha già dichiarato di non confermare, in queste condizioni, la disponibilità a ricoprire incarichi didattici per il prossimo a.a..

Analogamente, a Siena, i Ricercatori di tutte le Facoltà dell’Ateneo hanno prodotto documenti di protesta, alcuni dei quali già approvati dai rispettivi CdF, in cui annunciano forme articolate di protesta che includono anche la completa indisponibilità alla didattica.

I Ricercatori auspicano una decisa ed immediata presa di posizione da parte dell’Ateneo senese che faccia presente con forza al Governo la necessità di ripensare il Decreto.