lunedì 31 maggio 2010

La CRUI comincia ad accorgersi dei ricercatori


Il 27 maggio la CRUI ha approvato all'unanimità una mozione in cui si dichiarava a favore di alcuni aspetti del DDL mentre ne criticava altri.

In particolare per quanto riguarda i ricercatori chiede:

1) un piano straordinario che consenta ogni anno la promozione di un congruo numero (almeno 2000) di ricercatori a tempo indeterminato che abbiano ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato

2)pieno riconoscimento della loro funzione docente, con la loro collocazione, a domanda, previa verifica dei requisiti scientifici, nella posizione di professore aggregato.

Quindi 12.000 posti da professore associato (in 6 anni) e ruolo (e non titolo) di professore aggregato, quindi di fatto la III fascia.

Resta il nodo della copertura economica, e' inutile dire infatti che si fanno 12.000 posti da PA se le Università sono alla canna del gas e non hanno i soldi manco per sopravvivere. Pero' è gia' qualcosa.


http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=1900

1 commento:

  1. Il punto di forza dell'appoggiare la proposta della CRUI sta senz'altro nel fatto che renderebbe difficilissimo a questo organismo contrastare una proposta che ha esso stesso avanzata. E per questo motivo la proposta andrebbe appoggiata con pochi stravolgimenti, in maniera che la CRUI possa effettivamente riconoscerne la paternità. Alcune modifiche sono tuttavia imprescindibili: ovviamente lo è la copertura economica, ma anche, E FORSE ADDIRITTURA DI PIU', una rivisitazione sul concetto di "pieno riconoscimento della funzione docente" dei ricercatori. Sarebbe un danno e una beffa se quest'ultimo si esplicitasse nella mera costituzione della III fascia docente: semplice pennacchio con il quale al ricercatore-III fascia docente si attribuirebbero doveri pari a PA e PO e nessun diritto, tranne appunto il "pennacchio". Inutile dire che molti, moltissimi, forse tutti i ricercatori chiederebbero di entrare nella III fascia, accecati dallo specchietto per allodole che tale nuovo ruolo possa costituire un "plus" per i successivi concorsi. L'unico riconoscimento del ruolo docente sta nella retribuzione della didattica. Questa manovra non mira ad un aumento del nostro stipendio, ma costituisce l'unico stimolo reale a far sì che nasca l'esigenza di fare concorsi da PA (che costituirebbero in questo modo un risparmio, rispetto alla necessità di pagare la didattica fatta dai ricercatori). Quindi per fare PA servono esigenze della didattica, che pertanto non devono essere coperte gratuitamente. D'altra parte, da un recente colloquio con alcuni Presidi, è emerso che i posti di PA dovrebbero essere banditi in quei contesti in cui l'attività di ricerca è ricca e prolifica ed ha addirittura necessità di svilupparsi in rami (guidati dai PA). Allora, più che mai facciamo ricerca! (e solo quella) in modo che la nostra attività cresca e si sviluppi fino ad avere bisogno di differenziarsi in ramificazioni, che poi da PA guideremo.
    A me pare un meccanismo più efficace ancora dei 12mila posti in 6 anni.

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