martedì 11 maggio 2010

Cambio di statuto: prossima bocciatura in Senato Accademico


Ormai è certo nella prossima riunione il Senato Accademico, non approverà il cambio dell’articolo 40 dello statuto, in pratica i ricercatori alle prossime elezioni conteranno 0.5.

Questo è in contrasto con quanto più volte affermato dai Senatori e con quanto gli stessi avevano già proposto di modificare (all’unanimità) nella seduta del 12 ottobre 2009. Ricordo inoltre a tutti che in nessuna Università italiana i ricercatori valgono 0.5.

E’ questione di dignità e non di mera conta dei voti. Alcune Facoltà hanno bocciato la proposta di cambio di statuto dicendo che non si possono cambiare le regole adesso, in campagna elettorale, aspettiamo dopo l’elezione del Rettore.

Perché aspettare dopo l’elezione del Rettore se il principio 1 testa 1 voto è giusto si applica subito, se è sbagliata non si applica neanche dopo l'elezione.

E poi, sono stati fatti due conti, su chi guadagna e chi ci perde?

Ecco qua:
% attuale % dopo cambio di statuto
Economia 8.1 8.0
Farmacia 3.9 4.3
Scienze Politiche 3.9 4.0
Giurisprudenza 4.5 4.7
Scienze MFN 11.6 12.3
Medicina 19.6 22.0
Lettere 16.3 16.4
Ingegneria 3.5 3.8

Le variazioni sono minime, quasi inesistenti a parte Medicina che ci guadagnava il 2.4 %, e allora? Forse non è semplicemente una questione di conta di voti?

Se all'unanimità avessero "concesso" il voto=1 ai ricercatori nessuno se ne sarebbe potuto far vanto e nessuno ne avrebbe avuti particolari vantaggi o svantaggi.

Tutto questo influenzerà le scelte dei ricercatori nella scelta del prossimo Rettore?

1 commento:

  1. Grazie per il controllo numerico!
    Premetto, come gia' fatto in precedenza, che la richiesta di pesare 1 dei ricercatori e' sacrosanta.

    Come si vede e' medicina a spostare gli equilibri. Considerate che il 2.4% e' quasi la facolta' di ingegneria...

    Quindi questo mi porta alla domanda finale di Ranieri: Tutto questo influenzerà le scelte dei ricercatori nella scelta del prossimo Rettore?

    Temo di si.

    Come le ultime riunioni dei ricercatori hanno mostrato, i ricercatori di medicina non sono tra i piu' attivi nella protesta.
    Piu' di altri sono proni alle scelte dei referenti diretti. Insomma, come gia' detto, manca una consapevolezza dei ricercatori come categoria; la possibilita' come categoria di portare avanti scelte e idee proprie, e non legate alla convenienza locale, immediata.

    Questo i presidi (e candidati rettori) lo sanno e si muovono di conseguenza.

    Ben diverso sarebbe se i ricercatori, tutti, si mostrassero solidali e seguissero una propria idea di sviluppo dell'ateneo e anche delle proprie carriere, chiedendone conto ai candidati rettori.
    Quel picco di medicina che si vede nell'istogramma in figura, farebbe meno paura.

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